Con l’adozione nel 2011 a Göteborg (Svezia) della Strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile, piano a lungo termine per il coordinamento delle politiche ai fini di uno sviluppo sostenibile a livello economico, sociale e ambientale, vengono fornite misure concrete che interessano tutte le dimensioni dello sviluppo. La sostenibilità economica riguarda la capacità di un sistema economico di produrre reddito e lavoro in maniera duratura; la sostenibilità ambientale interessa la tutela dell’ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali; la sostenibilità sociale è la capacità di garantire che le condizioni di benessere umano siano equamente distribuite.
E’ nelle città la nostra principale dimensione di vita, ed è qui che si gioca la battaglia decisiva della sostenibilità.
L’Obiettivo 11 di Agenda 2030 è proprio dedicato all’ambiente urbano, alle nostre città: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.”, e sono proprio le città “i luoghi dove si vince o si perde questa grande scommessa”.
Sulla base di tali previsioni, risulta difficile immaginare lo sviluppo delle città avulso da una visione sostenibile che garantisca, così come scritto chiaramente nel Rapporto Brundtland, la disponibilità delle risorse alle generazioni presenti senza inficiare quelle future.
Sviluppo delle città significa anche, e soprattutto, tutela del suolo e lotta all’inquinamento ambientale e climatico.
Anche nell’ormai noto PNRR vi è una parte dedicata a questo fondamentale ed importante tema: MISSIONE 2: RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA M2C3 – EFFICIENZA ENERGETICA E RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI (infra pag. 134 e ss.), vale a dire un pacchetto di investimenti che consentiranno la ristrutturazione di oltre 100.000 edifici a regime, per una superficie totale riqualificata di oltre 36 milioni di mq. Il risparmio energetico atteso dal superbonus è di circa 191 Ktep/anno, con una riduzione di emissioni di gas serra di circa 667 KtonCO2/anno. Ridurre il consumo del territorio è quindi una delle priorità più importanti dell’ultimo ventennio.
Questo è il momento di cambiare per davvero il volto dell’edilizia italiana, ove si conta, ad esempio che il 98%, degli oltre trenta milioni di balconi esistenti negli agglomerati urbani, sono totalmente inutilizzati. Una percentuale imponente di quel “parco edile” cementificato che negli ultimi decenni ha consumato o, meglio, “divorato” buona parte del nostro territorio”.
I balconi oggi rappresentano un enorme spreco di spazio ma anche un ingente spreco di energia e di risorse naturali, ambientali ed economiche. E’ stato calcolato, ad esempio, che la dispersione termica di una parete con balcone su un edificio (insieme a porte e finestre tradizionali) fa perdere inesorabilmente il 30% circa del fabbisogno di un appartamento, in termini di energia termica e di denaro, oltre ad accrescere l’inquinamento atmosferico.
Percentuale che, moltiplicata per milioni di balconi, si esprime con cifre da capogiro. In Italia, ad oggi, infatti sono presenti 13 milioni di edifici di cui 32 milioni le unità abitative, la maggior parte delle quali possiedono uno o più balconi, per un totale approssimativo di circa 30 milioni di balconi (fonti ISTAT).
VEPA e BIPV
Sistemi intelligenti per una vera transizione ecologica.
Le vetrate panoramiche amovibili (o vepa) per il risparmio energetico e la messa in sicurezza di balconi, verande, gazebo, dehor inutilizzati senza modifica di destinazione d’uso (insieme al BIPV- lastre fotovoltaiche integrate negli edifici) sono innovativi manufatti minimalisti, composti da antine di vetro paravento, scorrevoli, impacchettabili e manualmente amovibili, già da molti anni impiegati da numerosi architetti di fama internazionale, tra cui Libeskind, De Smedt, Bjarke ecc. e definiti “i sistemi intelligenti che hanno cambiato il volto dell’architettura e dell’edilizia moderna”.
Tali sistemi, appunto, hanno cambiato non solo cambiato il volto dell’architettura e dell’edilizia di molti paesi (tra cui Danimarca, Svezia, Norvegia Olanda, Germania, e Francia), ma sono anche stati impiegati in numerosi progetti internazionali di riqualificazione urbana poiché offrono più spazio abitativo senza creare ulteriore volumetria, contribuendo così al risparmio energetico e alla riduzione del consumo di suolo e di territorio.
Le vetrate amovibili, perciò, contribuiscono al recupero di edifici obsoleti dove i balconi abbandonati, diventano “serre captanti e tampone”, straordinarie macchine termiche non energivore che apportano valore aggiunto al risparmio energetico e limitano le immissioni di CO2; e tanto senza aumento di volumetria né modifica di destinazione d’uso. Le vepa rappresentano, di fatto, un’importante evoluzione in termini di ottimizzazione energetica, in quanto migliorano termicamente anche le serre solari tradizionali con il tetto in vetro che nei mesi estivi, grazie a questi sistemi a scomparsa, posso essere completamente aperte.
Da uno studio su rapporti di Sensitivity Analysis effettuato dai ricercatori Kimmo Hillialo, Eerik Makitalo e Jukka Lahdensivu della Tempere University of Technology, i risparmi ottenuti da balconi vetrati (serra tampone o cuscino termico) a Stoccolma – città tra le più fredde d’Europa – equivarrebbero a circa 1.000 Kwh, cioè il 14.9% in un anno.
Per l’appunto, queste antine paravento, sono state inventate vent’anni fa proprio in quei Paesi europei più progrediti e poi sono state utilizzate per il recupero, il riutilizzo e l’efficientamento energetico “naturale” di interi quartieri residenziali vetusti e aree urbane degradate. Straordinari progetti green di riqualificazione e sostenibilità urbana e architettonica, attraverso i quali si è incoraggiato imprese e cittadini – con appropriati incentivi e premialità – ad usare il proprio balcone come serra solare captante e tampone, o come giardini d’inverno dove le piante assorbono CO2e consentendo altro risparmio energetico e maggiore salubrità agli ambienti domestici: meravigliose macchine non energivore per la produzione di energia a costo zero. Basti pensare che la luce solare che colpisce la Terra in un’ora, fornisce più energia di quanto il mondo intero ne consumi in un anno.
Su questo versante, in Italia, lo stato di fatto è a dir poco imbarazzante: trenta milioni di balconi inutilizzati, 120 milioni di metri cubi di calcestruzzo sprecato; inutile consumo del territorio; disastrosa impermeabilizzazione del suolo e una perdita di 30.000 MgW/h termici (vale a dire 30 miliardi di kW/h termici), con migliaia di tonnellate di gas-serra immesse nell’atmosfera. Un danno incalcolabile per la collettività in termini economici, di salute e di salvaguardia ambientale ed eco-sistemica.
Mentre, se si proteggessero e si riutilizzassero tutti i balconi abbandonati attraverso l’inserimento di vetrate panoramiche amovibili oltre al BIPV, si potrebbe ottenere un risparmio energetico significativo di 36,65 kWh/m²anno, pressoché corrispondente al 30% per ogni singola unità abitativa (cfr. studio dell’arch. Stefania Galante, urbanista esperta di efficienza energetica). Cifra da moltiplicare per i milioni di unità abitative da efficientare, con risultati straordinari… e – soprattutto – a COSTO ZERO!
Ma vi è di più. Come se non bastasse, il 15 dicembre 2021, La Commissione Europea ha presentato a Bruxelles le sue attese proposte legislative dedicate all’efficienza energetica nell’edilizia pubblica e privata. L’obiettivo è di ridurre drasticamente le emissioni nocive di un settore particolarmente inquinante. Il pacchetto fa parte della politica ambientale “Fit for 55”, quella che punta alla riduzione di CO2 del 55% entro il 2030, rispetto ai dati del 1990.
Dal 2030 in poi i nuovi edifici privati non devono produrre emissioni nocive (la data per gli edifici pubblici è anticipata al 2027).Concretamente significa che gli edifici dovranno consumare poca energia, essere alimentati per quanto possibile da fonti rinnovabili, e non dovranno emettere in loco emissioni di carbonio da combustibili fossili.
L’obiettivo è di migliorare l’efficienza energetica, classificata secondo una scala, dalla A (più efficiente) alla G (meno efficiente). A questo proposito, Bruxelles propone che il 15% del patrimonio edilizio con le peggiori prestazioni di ciascun paese membro debba passare per gli edifici pubblici e non residenziali dalla classe G alla classe F entro il 2027 e alla classe E entro il 2030.
Gli edifici residenziali avranno invece tempo fino al 2030 per portare il proprio certificato a livello F e fino al 2033 per portarlo alla classe E. “Gli edifici sono il più grande consumatore di energia in Europa, utilizzando il 40% della nostra energia e producendo il 36% delle nostre emissioni di gas serra”, ha commentato la Commissaria all’Energia Kadri Simson.
“Questo è perché la maggior parte degli edifici nell’Unione europea non sono efficienti dal punto di vista energetico e sono ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. Dobbiamo fare qualcosa con urgenza, perché oltre l’85% degli edifici di oggi saranno ancora esistenti nel 2050”
Inoltre, sempre al fine di limitare il riscaldamento globale e suoi devastanti effetti sul clima e l’ambiente, l’Accordo di Parigi del 2015 sollecitava i Paesi firmatari a programmare entro il 2020 le proprie “Strategie di sviluppo a basse emissioni di gas serra di lungo periodo” e, nel novembre del 2018, la Commissione Europea ha approvato il documento “A Clean Planet for all”.
Su questa linea, la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, nella sua Comunicazione sul Green Deal europeo, ha tracciato una strategia di crescita “mirata a trasformare l’UE in una società giusta e prospera, dotata di un’economia moderna, competitiva ed efficiente sotto il profilo delle risorse, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall’uso delle risorse.”
Tale orientamento ha trovato conferma nelle Conclusioni del Consiglio Europeo del 12 dicembre 2019, con il supporto formale ed esplicito del Governo italiano e, a gennaio del 2021, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali hanno approvato e pubblicato il Documento Programmatico “Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra” con cui l’Italia s’impegna a raggiungere tale condizione di “neutralità climatica” entro il 2050.
Va sottolineato che nel PNRR al capitolo “SOTTO-MISSIONE 3: EFFICIENZA ENERGETICA E RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI “, il piano evidenzia come l’efficienza degli edifici sia un elemento chiave per poter ridurre le emissioni italiane, in quanto gli edifici del nostro Paese rappresentano più di un terzo dei consumi energetici e la maggior parte di essi è stata realizzata prima dell’adozione di criteri stringenti per il risparmio energetico. È previsto inoltre l’efficientamento energetico e sismico di residenze private. Per questo motivo, è stata estesa la misura del Superbonus 110% dal 2021 al 2023.Tutte queste misure permetteranno di stimolare le economie locali attraverso la creazione di posti di lavoro nel settore edile (fortemente colpito dalla pandemia).
Il Piano “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” del PNRR prevede, oltre ai corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici, delle apposite misure che consentano la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno. Il Governo stanzierà poi importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplificherà le procedure di autorizzazione nel settore.
Si parla e si cita sempre questa benedetta Transizione Ecologica.
Ma se non riusciamo neppure ad iniziare dalle cose semplici, quelle che si possono realizzare – non domani, ma oggi, subito, immediatamente e a costo zero per lo Stato – come pensiamo di spendere il prestito di 70 miliardi di Euro (a carico delle generazioni future) previsti dal PNRR considerato sia da Sergio Mattarella che da Mario Draghi “la chiave per uscire dalla crisi, fare ripartire e rilanciare il Paese”?
Cementificazione, consumo del territorio, impermeabilizzazione del suolo, sprechi edilizi, dissesto idrogeologico, disastri ambientali, cambiamenti climatici, polluzione dell’aria e inquinamento atmosferico, scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello del mare che erode coste e territorio, immissione di CO2, gas ed effetto serra …a tacer d’altro. Ma che mondo stiamo lasciando in eredità ai nostri figli e nipoti?
Oggi più che mai, le vetrate panoramiche amovibili per il risparmio energetico – purtroppo ancora sotto-utilizzate dal nostro settore in Italia – insieme a tutti quei prodotti BIPV-Building Integrated PhotoVoltaic (sistemi e vetri solari fotovoltaici di ultima generazione integrati nelle facciate degli edifici), potrebbero avere un impulso formidabile ed essere utilizzate/i per la rigenerazione e il recupero edilizio e architettonico di molte aree urbane del nostro Paese . E parliamo di un paese l’Italia che, come tutti sanno, ha i borghi in assoluto più belli d’Europa, ma anche le periferie più brutte e degradate, soprattutto al Sud.
Grazie a questi meravigliosi sistemi si può semplicemente ed immediatamente fare (ri)vivere ed “attivare termicamente” i circa trenta milioni di balconi attualmente non utilizzati a causa di incomprensibili lacune normative che ne impediscono la fruizione.
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