La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile
nelle SFIDE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile è ormai un autorevole punto di riferimento per i principali settori e protagonisti della green economy: l’economia di uno sviluppo sostenibile: economia circolare, clima ed energia, green city e mobilità sostenibile. La Fondazione, il cui Presidente è l’ex Ministro Edo Ronchi, dispone di un patrimonio di esperienze, di conoscenza e di credibilità, acquisito con anni di lavoro, che mette al servizio di un impegno civile e ambientale, e a supporto di imprese e organizzazioni che condividono un comune percorso di sostenibilità e di responsabilità nella green economy.

Le sfide della transizione ecologica possono segnare un cambiamento storico profondo della società e dell’economia, un vero e proprio cambiamento di civiltà. Un cambiamento oggi possibile perché ci sono le condizioni economiche e tecnologiche ed anche una crescita della sensibilità ambientale per poter puntare su un benessere sostenibile, certo più sobrio, ma di migliore qualità, più esteso e inclusivo.

Lo ha affermato Edo Ronchi nel corso della presentazione del suo nuovo libro “Le sfide della transizione ecologica” (edizioni Piemme – pag. 304). Ronchi ha spiegato che il libro mette in luce la necessità di dare una nuova direzione alla società del dopo pandemia, quando essa si dovrà riprendere da una crisi economica senza precedenti e tutelarsi da una crisi climatica incombente, a meno che non si cambi radicalmente il paradigma economico. Ormai, ha sottolineato Ronchi, c’è la consapevolezza della connessione tra crisi economica e crisi climatica.

 

“Il modello economico lineare, estrattivo e ad alto consumo di risorse e di energia, non è più sostenibile”, afferma Ronchi. Ma un segnale importante arriva dall’ Europa: il Green Deal con il Next generation Eu “segna – dice Ronchi- l’avvio della più vasta conversione ecologica mai concepita, che potrebbe cambiare a fondo il capitalismo europeo. L’esito di questa sfida non è garantito. È comunque un’occasione storica dalle grandi potenzialità”.

Tra le sfide poste dalla transizione ecologica ci sono la rivoluzione energetica (“la strada per la decarbonizzazione è ancora lunga: nel 2018 le fonti rinnovabili hanno fornito solo l’11% del consumo mondiale di energia e il 26,4% dell’energia elettrica consumata”), l’economia circolare e il risparmio di risorse (“il consumo mondiale di materiali dovrebbe arrivare a 170-180 miliardi di tonnellate nel 2050: quantità probabilmente non disponibili su questo pianeta”), la tutela del capitale naturale (“più del 40% della superficie terrestre è coltivata o urbanizzata e meno del 23% è ancora classificata come area naturale”). il ripensamento delle città e del modo di viverle attraverso un approccio che punti sulle priorità della conversione ecologica.

 

L’evento di presentazione del libro, moderato da Donatella Bianchi, presidente del WWF si è svolto nello stesso giorno in cui il WWF ha celebrato i suoi 60 anni di attività. Nato nel 1961 – da un piccolo gruppo di naturalisti, guidati da passione e ricerca – è stato protagonista di azioni globali per la conservazione della natura, realizzando alcune fra le iniziative più innovative mai intraprese per la protezione del Pianeta, i cui risultati si fanno sentire ancora oggi.

Il confronto sul nuovo libro di Edo Ronchi ha visto la partecipazione del sindaco di Milano Beppe Sala che ha sottolineato come le risorse del PNRR devono essere messe a disposizione degli enti territoriali che sono abituati ad investimenti e le città hanno progetti sostenibili e immediatamente applicabili. Simona Bonafè e Monica Frassoni hanno portato la voce dell’Europa nel dibattito. Bonafè, Vicepresidente del Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, ha ricordato come sia stata la Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, a giocarsi la carta del Green Deal come misura di un nuovo modello di sviluppo e di competitività per l’Europa; Monica Frassoni, Presidente European Alliance to save energy, già copresidente dei Verdi Europei, ha sottolineato come ci siano ancora questioni aperte in Europa: il Green Deal non è ancora pienamente acquisito, nella Climate law ci sono aspetti ancora da migliorare e molte incertezze sulla tassonomia. Andrea Illy, Presidente di Regenerative Society Foundation, ha portato nel dibattito il punto di vista dell’industria.

 

Il libro è disponibile nelle librerie e sulle principali piattaforme online (Amazon, Feltrienlli, Ibs e Mondadori store).

Edo Ronchi, nato a Treviglio (BG) nel 1950, vive a Roma dal 1978, coniugato e con tre figli, laureato in Sociologia, è Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile dal 2008. Con l’impegno nella Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi punta – per contribuire a non far bloccare l’ambientalismo nelle secche di un riduzionismo minoritario – ad ampliarne gli orizzonti, misurandosi, da una parte, con la green economy e, all’altra, con il coinvolgimento – non semplice, ma necessario – delle imprese nel cambiamento verso la sostenibilità.

 

La fondazione Hans-Carl von Carlowitz di Chemnitz, Germania, gli ha assegnato il premio per la Sostenibilità 2020, nella categoria Europa, con la seguente motivazione: per l’autenticità e la risolutezza nel sostenere fattivamente nel corso della sua vita, la giustizia ambientale, il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità della vita delle persone in Italia e nel mondo.

 

Dal giugno 2013 al giugno 2014 è stato sub-commissario per il risanamento ambientale dell’Ilva di Taranto e, alla scadenza del primo anno di incarico, non ha accettato il rinnovo che gli veniva proposto poiché non erano assicurati i fondi necessari per completare le misure di risanamento ambientale.

 

È stato docente universitario e ricercatore dal 2009 al 2013 tenendo un corso di “Progettazione ambientale”, in Architettura del Paesaggio, presso l’Università la Sapienza di Roma. Dal 2002 al 2006 è stato docente incaricato a contratto, presso l’Università Alma Mater di Bologna, Facoltà di Scienze geografiche, per il corso di “Legislazione dell’Ambiente” e, negli anni 2004-2006, anche per il corso “Rischio ambientale”. Dal 2001 al 2005 ha svolto numerose attività di ricerca quale presidente dell’Istituto Sviluppo Sostenibile Italia (ISSI).

 

Dall’aprile del 1996 all’aprile del 2000 è stato Ministro dell’Ambiente e ha realizzato numerose riforme ambientali: della gestione dei rifiuti (D.lgs. n. 22 del 1997, il “decreto Ronchi”); per lo sviluppo e la qualificazione degli interventi in campo ambientale (legge n. 344 del 1997); la tutela dell’ozono atmosferico (legge n. 179 del 1997); la tutela degli habitat naturali della flora e della fauna selvatica (DPR n. 357 del 1997); della prevenzione del rischio idrogeologico (legge n. 267 del 1998); della tutela delle acque dall’inquinamento (D. lgs n.152 del 1999); della tutela della qualità dell’aria (D.lgs. n.451 del 1999); del controllo dei rischi da incidenti rilevanti ( D.lgs. n. 334 del 1999); per la prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (D.lgs. n. 372 del 1999). Quale membro del Consiglio europeo dei Ministri dell’Ambiente ha svolto numerose attività in ambito europeo ed internazionale: dalla partecipazione alla definizione del Protocollo di Kyoto – che ha firmato per conto dell’Italia nell’aprile del 1998 – alla preparazione di numerose nuove direttive europee: sulle acque, sulla riduzione delle emissioni delle automobili e dei veicoli pesanti, sugli organismi geneticamente modificati, in materia di incenerimento dei rifiuti, di inquinamento atmosferico, di grandi impianti di combustione e sullo smaltimento dei rifiuti in discarica.

 

Nominato Ministro delle Politiche Comunitarie nell’aprile del 2000, nel governo Amato, ha rinunciato all’incarico di Ministro, in dissenso con la scelta di essere spostato dal Ministero dell’Ambiente e che fosse tolto ai verdi tale Ministero.

 

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