Si parla oramai molto di cambiamenti climatici, di sostenibilità e di produzione di energia da fonti rinnovabili come prossimo e quasi obbligatorio traguardo. Ma senz’altro la notizia di un Papa profondamente, esplicitamente “verde”, può lasciare i più a bocca aperta.
La Chiesa ormai è scesa in campo per affrontare il problema del “Global Warming”, delle enormi problematiche derivanti dal cambiamento climatico provocato anche dai combustibili fossili che, tra le altre cose, colpiscono più duramente – e indirettamente – in quei Paesi più poveri come Filippine, India, America Latina, dove provocano cicloni, inondazioni e altri fenomeni estremi.
In questo contesto si inserisce l’intervento decisivo di Papa Francesco che invita tutti gli uomini a salvaguardare la Terra. «Il tempo per trovare soluzioni globali si sta esaurendo». È questo il recente messaggio che Papa Francesco ha inviato al vertice Onu sul clima svoltosi a Lima nei primi dieci giorni del mese.
Papa Bergoglio auspica una «risposta collettiva responsabile, che superi gli interessi e i comportamenti particolari e si sviluppi libera da pressioni politiche ed economiche». Sembra quasi un monito ad alcune lobby petrolifere… Aggiunge ancora il Papa in un tweet: «La questione ecologica è vitale per la sopravvivenza dell’uomo e ha una dimensione morale che tocca tutti».
Anche se già sotto Papa Benedetto XVI il Vaticano aveva preso qualche provvedimento “verde”, come l’installazione di pannelli solari sul tetto della Sala della Udienza Papale nel 2008, non è stato sempre come adesso.
In merito alla questione ha dichiarato John Grim, un coordinatore del Forum sulla religione ed ecologia all’Università di Yale negli Stati Uniti: “L’ambientalismo religioso sta lentamente aumentando. E’ molto strano poiché le religioni tendono ad essere molto prudenti nella loro pratica e dottrina”.
Molte religioni hanno diffidato dal prendere una posizione forte sul cambiamento climatico in generale. Grim ha evidenziato quanto l’influenza del Papa su questo tema sia ancor più significativa in quanto poche altre religioni riconoscono un solo leader terreno e ci sono nel mondo 1,2 miliardi di cattolici, pari a un sesto dell’umanità.
Il Vaticano occupa un posto di osservatore durante i colloqui delle Nazioni Unite tra le 200 nazioni che hanno accettato di elaborare, entro la fine del 2015, un accordo sul clima per evitare ulteriori inondazioni, siccità e l’innalzamento del livello del mare. La sensibilizzazione dei fedeli potrebbe essere un passo per modernizzare la Chiesa.
“Con Papa Francesco c’è una nuova speranza” ha detto il reverendo Henrik Uva della Chiesa della Svezia, membro del Consiglio Mondiale delle Chiese volto al cambiamento climatico.
Può forse fare una differenza anche per le altre religioni che cercano di capire che posizione prendere, se alcuna, rispetto a queste importanti tematiche.
Myriam Giuliano, Pier Francesco Rimbotti www.linkiesta.it
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