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Duemila nuove assunzioni a rischio a Palermo nel settore delle Costruzioni, circa la metà dei cantieri in città fermi, tassi di interesse in alcuni istituti bancari già in crescita. Gli stop and go normativi sull’utilizzo dei bonus edilizia e riqualificazione energetica, cha hanno portato adesso alla decisione di limitare la cessione del credito ad una sola volta, stanno mettendo in ginocchio le imprese edili e tutte quelle dell’indotto, come impiantisti e serramentisti.
L’allarme è stato lanciato questa mattina nella sede di Confartigianato Imprese Palermo. Presenti all’incontro con i giornalisti, il segretario provinciale Giovanni Rafti, il presidente di Confartigianato Anaepa Edilizia, Calogero Sciascia, e i presidenti delle categorie degli impiantisti Claudio Terruso e dei serramentisti, Caterina Azzarello.
Fondamentale anche la testimonianza di alcune imprese che hanno preso parte alla conferenza stampa.
Nel territorio di Palermo e della provincia, le imprese delle Costruzioni sono quasi cinquemila di cui la metà artigiane. E danno lavoro a oltre 12 mila addetti.
In questi giorni, per scongiurare conseguenze ancora peggiori, Confartigianato ha lanciato in tutta Italia la campagna “Sbloccare la cessione dei crediti per garantire crescita e lavoro” nella quale indica i 10 motivi per correggere l’articolo 28 del Dl Sostegni ter, eliminando le restrizioni alla cessione dei crediti fiscali per l’utilizzo del superbonus e prevedendo controlli efficaci contro le truffe.
Il superbonus 110%, introdotto con il Decreto legge “Rilancio” del maggio 2020, nell’arco di 20 mesi ha subito 9 interventi di modifica, 1 ogni 68 giorni, trasformandosi in un vero e proprio percorso ad ostacoli per imprese, famiglie, professionisti e amministratori di condominio.
Le restrizioni alla cessione del credito, oltre al rischio di affossare il mercato delle costruzioni, l’occupazione del settore, la propensione dei cittadini a effettuare interventi di manutenzione ed efficientamento energetico delle abitazioni, allontanano anche gli obiettivi di abbattimento delle emissioni ambientali.
“Questo è un momento drammatico per le imprese del mondo delle Costruzioni. Si parla di tempesta ‘perfetta’ che si abbatte sulle aziende: dalla restrizione del bonus edilizia al caro bollette e transizione energetica, dai costi delle materie prime all’assenza di figure professionali fino a mettere a rischio la sicurezza sui luoghi di lavoro.
“Sul bonus edilizia, ben vengano i controlli per prevenire le truffe – ha detto il presidente di Anaepa Palermo –, noi non siamo affatto contrari. Ma sicuramente ci possono essere altre soluzioni piuttosto che la limitazione della cessione del credito.
Così facendo le piccole imprese saranno a rischio liquidità con la paura di un fallimento di massa del comparto edile. Soprattutto ne pagano le spese gli imprenditori che hanno sempre operato nel rispetto delle regole. Alcuni istituti bancari più piccoli, hanno già innalzato i tassi di interesse. Le Poste, invece, non accettano più cessioni”.
A fare da eco alle parole di Sciascia, anche Claudio Terruso, presidente degli Impianti di Confartigianato Palermo. “Sono moltissimi i cantieri che già sono stati chiusi e noi impiantisti abbiamo bloccato parecchi ordini che ci avrebbero permesso di lavorare con le nostre maestranze. Sarebbe stato giusto pensare per tempo ad effettuare i controlli, piuttosto che modificare adesso una norma che di fatto non ci consentirà più di lavorare come avremmo dovuto”.
“È stato già comunicato a diversi clienti che non verranno più accettate pratiche legate al superbonus – ha aggiunto Caterina Azzarello, presidente dei Serramentisti –. Di fatto, una sola cessione del credito, non consentirà più ai fornitori di lavorare con le imprese edili”.
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Con l’adozione nel 2011 a Göteborg (Svezia) della Strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile, piano a lungo termine per il coordinamento delle politiche ai fini di uno sviluppo sostenibile a livello economico, sociale e ambientale, vengono fornite misure concrete che interessano tutte le dimensioni dello sviluppo. La sostenibilità economica riguarda la capacità di un sistema economico di produrre reddito e lavoro in maniera duratura; la sostenibilità ambientale interessa la tutela dell’ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali; la sostenibilità sociale è la capacità di garantire che le condizioni di benessere umano siano equamente distribuite.
E’ nelle città la nostra principale dimensione di vita, ed è qui che si gioca la battaglia decisiva della sostenibilità.
L’Obiettivo 11 di Agenda 2030 è proprio dedicato all’ambiente urbano, alle nostre città: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.”, e sono proprio le città “i luoghi dove si vince o si perde questa grande scommessa”.
Sulla base di tali previsioni, risulta difficile immaginare lo sviluppo delle città avulso da una visione sostenibile che garantisca, così come scritto chiaramente nel Rapporto Brundtland, la disponibilità delle risorse alle generazioni presenti senza inficiare quelle future.
Sviluppo delle città significa anche, e soprattutto, tutela del suolo e lotta all’inquinamento ambientale e climatico.
Anche nell’ormai noto PNRR vi è una parte dedicata a questo fondamentale ed importante tema: MISSIONE 2: RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA M2C3 – EFFICIENZA ENERGETICA E RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI (infra pag. 134 e ss.), vale a dire un pacchetto di investimenti che consentiranno la ristrutturazione di oltre 100.000 edifici a regime, per una superficie totale riqualificata di oltre 36 milioni di mq. Il risparmio energetico atteso dal superbonus è di circa 191 Ktep/anno, con una riduzione di emissioni di gas serra di circa 667 KtonCO2/anno. Ridurre il consumo del territorio è quindi una delle priorità più importanti dell’ultimo ventennio.
Questo è il momento di cambiare per davvero il volto dell’edilizia italiana, ove si conta, ad esempio che il 98%, degli oltre trenta milioni di balconi esistenti negli agglomerati urbani, sono totalmente inutilizzati. Una percentuale imponente di quel “parco edile” cementificato che negli ultimi decenni ha consumato o, meglio, “divorato” buona parte del nostro territorio”.
I balconi oggi rappresentano un enorme spreco di spazio ma anche un ingente spreco di energia e di risorse naturali, ambientali ed economiche. E’ stato calcolato, ad esempio, che la dispersione termica di una parete con balcone su un edificio (insieme a porte e finestre tradizionali) fa perdere inesorabilmente il 30% circa del fabbisogno di un appartamento, in termini di energia termica e di denaro, oltre ad accrescere l’inquinamento atmosferico.
Percentuale che, moltiplicata per milioni di balconi, si esprime con cifre da capogiro. In Italia, ad oggi, infatti sono presenti 13 milioni di edifici di cui 32 milioni le unità abitative, la maggior parte delle quali possiedono uno o più balconi, per un totale approssimativo di circa 30 milioni di balconi (fonti ISTAT).
VEPA e BIPV
Sistemi intelligenti per una vera transizione ecologica.
Le vetrate panoramiche amovibili (o vepa) per il risparmio energetico e la messa in sicurezza di balconi, verande, gazebo, dehor inutilizzati senza modifica di destinazione d’uso (insieme al BIPV- lastre fotovoltaiche integrate negli edifici) sono innovativi manufatti minimalisti, composti da antine di vetro paravento, scorrevoli, impacchettabili e manualmente amovibili, già da molti anni impiegati da numerosi architetti di fama internazionale, tra cui Libeskind, De Smedt, Bjarke ecc. e definiti “i sistemi intelligenti che hanno cambiato il volto dell’architettura e dell’edilizia moderna”.
Tali sistemi, appunto, hanno cambiato non solo cambiato il volto dell’architettura e dell’edilizia di molti paesi (tra cui Danimarca, Svezia, Norvegia Olanda, Germania, e Francia), ma sono anche stati impiegati in numerosi progetti internazionali di riqualificazione urbana poiché offrono più spazio abitativo senza creare ulteriore volumetria, contribuendo così al risparmio energetico e alla riduzione del consumo di suolo e di territorio.
Le vetrate amovibili, perciò, contribuiscono al recupero di edifici obsoleti dove i balconi abbandonati, diventano “serre captanti e tampone”, straordinarie macchine termiche non energivore che apportano valore aggiunto al risparmio energetico e limitano le immissioni di CO2; e tanto senza aumento di volumetria né modifica di destinazione d’uso. Le vepa rappresentano, di fatto, un’importante evoluzione in termini di ottimizzazione energetica, in quanto migliorano termicamente anche le serre solari tradizionali con il tetto in vetro che nei mesi estivi, grazie a questi sistemi a scomparsa, posso essere completamente aperte.
Da uno studio su rapporti di Sensitivity Analysis effettuato dai ricercatori Kimmo Hillialo, Eerik Makitalo e Jukka Lahdensivu della Tempere University of Technology, i risparmi ottenuti da balconi vetrati (serra tampone o cuscino termico) a Stoccolma – città tra le più fredde d’Europa – equivarrebbero a circa 1.000 Kwh, cioè il 14.9% in un anno.
Per l’appunto, queste antine paravento, sono state inventate vent’anni fa proprio in quei Paesi europei più progrediti e poi sono state utilizzate per il recupero, il riutilizzo e l’efficientamento energetico “naturale” di interi quartieri residenziali vetusti e aree urbane degradate. Straordinari progetti green di riqualificazione e sostenibilità urbana e architettonica, attraverso i quali si è incoraggiato imprese e cittadini – con appropriati incentivi e premialità – ad usare il proprio balcone come serra solare captante e tampone, o come giardini d’inverno dove le piante assorbono CO2e consentendo altro risparmio energetico e maggiore salubrità agli ambienti domestici: meravigliose macchine non energivore per la produzione di energia a costo zero. Basti pensare che la luce solare che colpisce la Terra in un’ora, fornisce più energia di quanto il mondo intero ne consumi in un anno.
Su questo versante, in Italia, lo stato di fatto è a dir poco imbarazzante: trenta milioni di balconi inutilizzati, 120 milioni di metri cubi di calcestruzzo sprecato; inutile consumo del territorio; disastrosa impermeabilizzazione del suolo e una perdita di 30.000 MgW/h termici (vale a dire 30 miliardi di kW/h termici), con migliaia di tonnellate di gas-serra immesse nell’atmosfera. Un danno incalcolabile per la collettività in termini economici, di salute e di salvaguardia ambientale ed eco-sistemica.
Mentre, se si proteggessero e si riutilizzassero tutti i balconi abbandonati attraverso l’inserimento di vetrate panoramiche amovibili oltre al BIPV, si potrebbe ottenere un risparmio energetico significativo di 36,65 kWh/m²anno, pressoché corrispondente al 30% per ogni singola unità abitativa (cfr. studio dell’arch. Stefania Galante, urbanista esperta di efficienza energetica). Cifra da moltiplicare per i milioni di unità abitative da efficientare, con risultati straordinari… e – soprattutto – a COSTO ZERO!
Ma vi è di più. Come se non bastasse, il 15 dicembre 2021, La Commissione Europea ha presentato a Bruxelles le sue attese proposte legislative dedicate all’efficienza energetica nell’edilizia pubblica e privata. L’obiettivo è di ridurre drasticamente le emissioni nocive di un settore particolarmente inquinante. Il pacchetto fa parte della politica ambientale “Fit for 55”, quella che punta alla riduzione di CO2 del 55% entro il 2030, rispetto ai dati del 1990.
Dal 2030 in poi i nuovi edifici privati non devono produrre emissioni nocive (la data per gli edifici pubblici è anticipata al 2027).Concretamente significa che gli edifici dovranno consumare poca energia, essere alimentati per quanto possibile da fonti rinnovabili, e non dovranno emettere in loco emissioni di carbonio da combustibili fossili.
L’obiettivo è di migliorare l’efficienza energetica, classificata secondo una scala, dalla A (più efficiente) alla G (meno efficiente). A questo proposito, Bruxelles propone che il 15% del patrimonio edilizio con le peggiori prestazioni di ciascun paese membro debba passare per gli edifici pubblici e non residenziali dalla classe G alla classe F entro il 2027 e alla classe E entro il 2030.
Gli edifici residenziali avranno invece tempo fino al 2030 per portare il proprio certificato a livello F e fino al 2033 per portarlo alla classe E. “Gli edifici sono il più grande consumatore di energia in Europa, utilizzando il 40% della nostra energia e producendo il 36% delle nostre emissioni di gas serra”, ha commentato la Commissaria all’Energia Kadri Simson.
“Questo è perché la maggior parte degli edifici nell’Unione europea non sono efficienti dal punto di vista energetico e sono ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. Dobbiamo fare qualcosa con urgenza, perché oltre l’85% degli edifici di oggi saranno ancora esistenti nel 2050”
Inoltre, sempre al fine di limitare il riscaldamento globale e suoi devastanti effetti sul clima e l’ambiente, l’Accordo di Parigi del 2015 sollecitava i Paesi firmatari a programmare entro il 2020 le proprie “Strategie di sviluppo a basse emissioni di gas serra di lungo periodo” e, nel novembre del 2018, la Commissione Europea ha approvato il documento “A Clean Planet for all”.
Su questa linea, la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, nella sua Comunicazione sul Green Deal europeo, ha tracciato una strategia di crescita “mirata a trasformare l’UE in una società giusta e prospera, dotata di un’economia moderna, competitiva ed efficiente sotto il profilo delle risorse, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall’uso delle risorse.”
Tale orientamento ha trovato conferma nelle Conclusioni del Consiglio Europeo del 12 dicembre 2019, con il supporto formale ed esplicito del Governo italiano e, a gennaio del 2021, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali hanno approvato e pubblicato il Documento Programmatico “Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra” con cui l’Italia s’impegna a raggiungere tale condizione di “neutralità climatica” entro il 2050.
Va sottolineato che nel PNRR al capitolo “SOTTO-MISSIONE 3: EFFICIENZA ENERGETICA E RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI “, il piano evidenzia come l’efficienza degli edifici sia un elemento chiave per poter ridurre le emissioni italiane, in quanto gli edifici del nostro Paese rappresentano più di un terzo dei consumi energetici e la maggior parte di essi è stata realizzata prima dell’adozione di criteri stringenti per il risparmio energetico. È previsto inoltre l’efficientamento energetico e sismico di residenze private. Per questo motivo, è stata estesa la misura del Superbonus 110% dal 2021 al 2023.Tutte queste misure permetteranno di stimolare le economie locali attraverso la creazione di posti di lavoro nel settore edile (fortemente colpito dalla pandemia).
Il Piano “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” del PNRR prevede, oltre ai corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici, delle apposite misure che consentano la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno. Il Governo stanzierà poi importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplificherà le procedure di autorizzazione nel settore.
Si parla e si cita sempre questa benedetta Transizione Ecologica.
Ma se non riusciamo neppure ad iniziare dalle cose semplici, quelle che si possono realizzare – non domani, ma oggi, subito, immediatamente e a costo zero per lo Stato – come pensiamo di spendere il prestito di 70 miliardi di Euro (a carico delle generazioni future) previsti dal PNRR considerato sia da Sergio Mattarella che da Mario Draghi “la chiave per uscire dalla crisi, fare ripartire e rilanciare il Paese”?
Cementificazione, consumo del territorio, impermeabilizzazione del suolo, sprechi edilizi, dissesto idrogeologico, disastri ambientali, cambiamenti climatici, polluzione dell’aria e inquinamento atmosferico, scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello del mare che erode coste e territorio, immissione di CO2, gas ed effetto serra …a tacer d’altro. Ma che mondo stiamo lasciando in eredità ai nostri figli e nipoti?
Oggi più che mai, le vetrate panoramiche amovibili per il risparmio energetico – purtroppo ancora sotto-utilizzate dal nostro settore in Italia – insieme a tutti quei prodotti BIPV-Building Integrated PhotoVoltaic (sistemi e vetri solari fotovoltaici di ultima generazione integrati nelle facciate degli edifici), potrebbero avere un impulso formidabile ed essere utilizzate/i per la rigenerazione e il recupero edilizio e architettonico di molte aree urbane del nostro Paese . E parliamo di un paese l’Italia che, come tutti sanno, ha i borghi in assoluto più belli d’Europa, ma anche le periferie più brutte e degradate, soprattutto al Sud.
Grazie a questi meravigliosi sistemi si può semplicemente ed immediatamente fare (ri)vivere ed “attivare termicamente” i circa trenta milioni di balconi attualmente non utilizzati a causa di incomprensibili lacune normative che ne impediscono la fruizione.
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Fonti MISE
Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile.
Il Piano stanzia risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa.
Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno. Il Governo prevede importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplifica le procedure di autorizzazione nel settore.
Ciò significa che tutti quei sistemi, oggi sotto-utilizzati dal nostro settore, quali ad esempio le vetrate panoramiche amovibili per il risparmio energetico, insieme a tutti quei prodotti BIPV- Building Integrated PhotoVoltaic (sistemi e vetri solari fotovoltaici integrati nelle facciate degli edifici) avranno un impulso formidabile e saranno utilizzati per la rigenerazione e il recupero edilizio e architettonico di molte aree urbane del nostro Paese.
La Missione sostiene inoltre la filiera dell’idrogeno, e in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto. Il Piano investe nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento, e nella riduzione del dissesto idrogeologico, causato – tra l’altro – da cementificazione “sprecata” come i circa trenta milioni di balconi attualmente non utilizzati a causa di incomprensibili lacune normative che ne impediscono la fruizione.
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La Commissione europea ha presentato a Bruxelles mercoledì 15 dicembre le sue attese proposte legislative dedicate all’efficienza energetica nell’edilizia pubblica e privata.
L’obiettivo è di ridurre drasticamente le emissioni nocive di un settore particolarmente inquinante. Il pacchetto fa parte della politica ambientale “Fit for 55” che punta alla riduzione della CO₂ del 55% entro il 2030, rispetto ai dati del 1990.
Dal 2030 in poi i nuovi edifici privati non devono produrre emissioni nocive (la data per gli edifici pubblici è anticipata al 2027). Concretamente significa che «gli edifici dovranno consumare poca energia, essere alimentati per quanto possibile da fonti rinnovabili, e non dovranno emettere in loco emissioni di carbonio da combustibili fossili», spiega la Commissione nella documentazione appena pubblicata.
Le proposte comunitarie introducono anche nuovi standard minimi. L’obiettivo è di migliorare l’efficienza energetica, classificata secondo una scala, dalla A (più efficiente) alla G (meno efficiente).
A questo proposito, Bruxelles propone che il 15% del patrimonio edilizio con le peggiori prestazioni di ciascun paese membro debba passare per gli edifici pubblici e non residenziali dalla classe G alla classe F entro il 2027 e alla classe E entro il 2030. Gli edifici residenziali avranno invece tempo fino al 2030 per portare il proprio certificato a livello F e fino al 2033 per portarlo alla classe E.
La Commissione non ha ritenuto necessario introdurre sanzioni (come limitazioni all’affitto) nel caso di mancato rinnovamento, smentendo una presunta stretta piovuta da Bruxelles e circolata nei giorni scorsi sulla stampa italiana. Secondo gli articoli 9 e 31 della proposta di direttiva, l’eventuale scelta verrà demandata ai governi.
In Francia, per esempio, una legge approvata in agosto prevede che per le abitazioni più energivore i proprietari non potranno aumentare gli affitti dal 2022 e affittarle dal 2025.
«Gli edifici sono il più grande consumatore di energia in Europa, utilizzando il 40% della nostra energia e producendo il 36% delle nostre emissioni di gas serra – ha commentato la commissaria all’Energia Kadri Simson -.
Questo è perché la maggior parte degli edifici nell’Unione europea non sono efficienti dal punto di vista energetico e sono ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. Dobbiamo fare qualcosa con urgenza, perché oltre l’85% degli edifici di oggi saranno ancora esistenti nel 2050».
«Gli Stati membri – spiega sempre l’esecutivo comunitario – devono poi stabilire scadenze specifiche per raggiungere classi di rendimento energetico più elevate attraverso nuovi piani nazionali di ristrutturazione degli edifici, in linea con il loro percorso per raggiungere un patrimonio edilizio a zero emissioni entro il 2050».
Bruxelles intende mobilitare fino a 150 miliardi di euro dal bilancio dell’Unione per facilitare l’adozione di standards minimi di rendimento energetico, da qui al 2030.
Con le proposte appena presentate, gli attestati di efficienza energetica dovrebbero diventare più chiari e contenere informazioni più leggibili e complete. Inoltre, a partire dal 2027, nessun incentivo finanziario dovrebbe essere dato per l’installazione di caldaie a combustibili fossili e da quella data gli Stati membri hanno la possibilità legale di vietare d’emblée l’uso di combustibili fossili negli edifici.
Sempre la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva con la quale intende adattare la legislazione comunitaria e rafforzare la protezione dell’ambiente dal punto di vista del diritto penale.
L’iniziativa prevede la nascita di nuovi reati ambientali, introduce livelli minimi di sanzione, e migliora la cooperazione tra i paesi membri anche in questo campo. Tra i nuovi reati vi sono il commercio illegale di legname, il riciclaggio di navi o l’estrazione illegale di acqua.
«Quando i reati causano o possono causare la morte o lesioni gravi a persone, gli Stati membri devono prevedere almeno la reclusione fino a dieci anni – precisa la Commissione europea nella documentazione distribuita sempre mercoledì 15 dicembre –. Il progetto di direttiva propone anche ulteriori sanzioni, tra cui il ritorno allo stato naturale del paesaggio deturpato, il divieto d’accesso ai finanziamenti pubblici e alle procedure di appalto, o il ritiro di eventuali permessi amministrativi».
In tale contesto, Assvepa conferma che Le vepa, le innovative vetrate panoramiche amovibili le quali – com’è stato dimostrato – migliorano l’efficienza energetica degli edifici, insieme al BIPV (Building Integrated PhotoVoltaic) saranno gli indiscussi protagonisti di questa nuova rigenerazione edile e urbana.
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La sezione prima del Tar ha accolto il ricorso di un cittadino contro un provvedimento del Comune di Porto Cesareo fondato sul parere vincolante della Soprintendenza che ravvedeva un aumento di superficie utile.
Ultimato allo stato rustico nel 2012, l’immobile era stato realizzato con alcune difformità rispetto ai titoli edilizi e per questo motivo il proprietario aveva chiesto nel 2019 la sanatoria e l’accertamento di conformità paesaggistica.
L’Ufficio Urbanistica e Suap del Comune aveva successivamente concesso parere favorevole e così anche la Commissione locale per il paesaggio dell’Unione dei Comuni Union 3. Diversamente la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto si limitava a ritenere compatibili i lavori di ispessimento delle pareti con cappotto termico e non anche la trasformazione dei balconi in logge con la quale si sarebbe determinato un aumento della superficie utile.
Sulla base di questo parere – vincolante – il responsabile dell’Ufficio Paesaggio del Comune, pur citando la conformità rispetto alle prescrizioni urbanistiche, aveva nel mese di settembre 2020 limitato l’autorizzazione paesaggistica a quanto ammesso dalla Soprintendenza.
Inoltre con una Scia presentata a ottobre il proprietario comunicava di voler fare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre che di ristrutturazione (completamento impianto idrico e sanitario, realizzazione impianto elettrico e di climatizzazione) specificando che gli impianti non avrebbero interessato le opere oggetto di istanza di sanatoria. Pochi giorni dopo lo stesso responsabile del settore Urbanistica e Suap aveva vietato l’esecuzione dei lavori in ragione della situazione che si era intanto cristallizzata. Da qui il ricorso.
I giudici del Tar – presidente Antonio Pasca, estensore Ettore Manca, referendario Silvio Giancaspro – hanno condiviso l’orientamento della giurisprudenza del Consiglio di Stato per cui le nozioni di superficie utile e volume tecnico non possono avere valenza diversa a seconda che ci si muova in ambito urbanistico oppure paesaggistico (2014).
Secondo le norme di ambito urbanistico ed edilizio, infatti, le logge rientrano nella categoria di superfici accessorie, non di superfici utili. Insomma, non tutte le variazioni comporterebbero una alterazione significativa sul paesaggio: quel che va fatto, ha stabilito il Tar – ricordando il potere/dovere della pubblica amministrazione di riformulare le proprie decisioni – è una valutazione caso per caso tra l’opera per cui si chiede la compatibilità e il contesto paesaggistico oggetto di tutela.
Gabriele De Giorgi è un giornalista pubblicista dal 2011. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Pisa, e un dottorato in Storia Contemporanea e Sociologia della Modernità, ha collaborato con il periodico Il Corsivo, con la redazione pugliese di Repubblica e con altre testate locali ; con Salentoweb.tv alla quale è seguito l’incontro con LeccePrima e con la rivista Salento Review, Oggi si occupa principalmente di politica, di cronaca amministrativa e di attualità : con l’emergenza Covid ha approfondito alcuni aspetti del data journalism. Nel dicembre del 2014 ha vinto il contest giornalistico promosso Unar e Anci Servizio Centrale Sprar su tematiche di integrazione. Nel 2017, insieme ad Adolfo Maffei, ha pubblicato “Lecce fuori onda” per Ideadinamica Editore.
Da dicembre 2020 fa parte del primo Comitato di redazione nella storia di Citynews, il gruppo editoriale di cui LeccePrima è parte.
Questa accogliente baita eco-sostenibile si trova sulle montagne sopra il villaggio di Ål, in Norvegia, tra piste da sci di fondo e sentieri escursionistici estivi. È adatta per una famiglia di cinque persone e per accogliere cambiamenti generazionali. Semplicità e sobrietà caratterizzano il lodge nella sua forma e materiali. L’edificio è costituito da due corpi uniti secondo una pianta a V con una grande parete vetrata esposta a sud al suo incrocio smussato. Il ramo principale ospita l’ingresso e le zone pranzo, cucina e soggiorno. Il secondo ramo contiene un bagno, tre camere da letto e uno spazio ludico. L’esterno è interamente rivestito con pino nordico sia sulle pareti che sui tetti a falde: un rivestimento omogeneo che si integra e perfettamente con ambiente circostante.
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MIMA Light è una costruzione modulare, che unisce un’eccezionale leggerezza con un’immagine iconica e minimale. Questa casa sembra levitare dal suolo a causa del rivestimento della base con specchi. Ispirata alla scultura minimalista di artisti come Donald Judd, John McCracken e Robert Morris, la MIMA Light mira ad essere l’epitome della raffinatezza, sintetizzando una sorprendente combinazione di depurazione scultorea e comfort interno.
All’esterno, è un oggetto sobrio e affilato che può essere apprezzato da qualsiasi angolazione; così leggero da sembrare levitare. All’interno, il comfort di un rivestimento uniforme in pino – unito all’eleganza e al minimalismo dei dettagli, alla scelta cromatica e alla qualità dei componenti e dei materiali – si traduce in una casa molto seducente e accogliente.
MIMA Light è semplice da trasportare e poi assemblare in loco. È perfetto per il turismo ricettivo, le case temporanee e le case vacanza.
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Il paesaggio panoramico di Seogwang Dawon, la cui principale attrazione è la fattoria del tè, si trova nell’isola di Jeju, in Corea del Sud. L’Osulloc Tea Museum, si trovano sul lato nord-occidentale dei campi di tè di Seogwang Dawon, con il gotjawal a nord e di fronte ai campi di tè verde a sud.
Il Museo del tè è un edificio a pianta rettangolare ed è progettato per mostrare la direzionalità con il suo asse principale che corre parallelo al movimento del percorso. Poiché solo una parte dell’edificio viene rivelata all’estremità occidentale del gotjawal, questo parallelepipedo di legno e vetro accoglie i visitatori nello spazio della foresta grazie alle grandi vetrate panoramiche che caratterizzano l’estetica e soprattutto la “funzionalità emotiva” dell’edificio.
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